Orari e appuntamenti degli Esercizi spirituali e della Settimana Santa 2024

Cari amici di San Bernardo, San Giovanni e San Michele,

per preparaci alla Settimana Santa, cuore della vita cristiana non solo come celebrazione liturgica ma ancor più come vita, da ormai diversi anni ci viene offerto l’itinerario degli Esercizi spirituali, termine per molti ormai familiare e che rimanda ad un allenamento che lo Spirito Santo vuole fare in noi. Non è tanto nostra la fatica della conversione, piuttosto di Dio in noi, come scrive san Paolo ai cristiani di Corinto: “Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me” (1Cor 15, 10). Dalla nostra conversione, cioè rivolgere sempre più gli occhi della mente e del cuore al Signore, dipendono grandi cose per noi e per gli altri e dunque resta l’opera principale e più importante perchè tutto possa orientarsi sempre più a Dio. Il tempo dato al partecipare alle predicazioni non è di approfondimento culturale o di introspezione, ma di ascolto di Dio e della sua parola che ci raggiunge attraverso l’accompagnamento di un predicatore che non per sapienza umana o discorsi convincenti, ma per missione e dono è megafono dello Spirito Santo.
Nell’invitarvi con rinnovato desiderio e convinzione, vi accompagno con la mia preghiera, sentendo il bisogno con voi e per voi di prepararmi a questa nuova Pasqua.
Diamo il benvenuto a padre Francesco Lorenzon, domenicano del Convento di Bolzano, che ci accompagnerà in questi giorni a partire dal chicco di grano che cade in terra per riscoprire la bellezza del dono che Gesù ci ha fatto con la sua morte e risurrezione. A tutti l’augurio più caro di una intensa preprazione alla Settimana Santa che avrà inizio con la prossima domenica delle Palme 24 marzo.

Con affetto e molta preghiera per ciascuno di voi, vostro

don Giovanni

Incontro sinodale parrocchiale sabato 11 e domenica 12 giugno: lettera di invito

A TUTTI gli operatori

dei SETTORI DELLA PASTORALE PARROCCHIALE

di San Bernardo, San Giovanni, Santi Michele e Grato

di CARMAGNOLA

Carissimi tutti,

a partire dall’ottobre 2021 papa Francesco ha voluto iniziare in tutta la Chiesa il Sinodo sul cammino sinodale che ha visto per ora la sua fase a livello diocesano. Con i consigli pastorali e l’equipe dell’Unità pastorale della nostra Città si è lavorato sui temi proposti e abbiamo inviato a fine marzo una relazione ai referenti diocesani per questa prima fase del Sinodo.

Con una piccola commissione trasversale alle mie tre parrocchie ho pensato di proporre un momento “sinodale” delle parrocchie di San Bernardo, San Giovanni e San Michele (cioè di ritrovo per camminare insieme) a conclusione di questo anno. L’esigenza nasce dal fatto di ritrovarci insieme e darci un tempo per metterci in ascolto del Signore e della sua Chiesa, cioè tra di noi: programmiamo, ci diamo da fare, tra successi e insuccessi sperimentiamo soddisfazioni e fatiche, ma sono poche le occasioni per aiutarci ad avere uno sguardo di insieme che non sia solo il proprio orto che viene affidato alla cura e alle capacità di ognuno.

 

 

Con questa commissione abbiamo individuato uno spazio e un momento: SABATO 11 E DOMENICA 12 GIUGNO 2022, presso Villa Tumedei – Suore di Sant’Anna a San Grato, con questo programma:

SABATO

ore 14,30: ritrovo e accoglienza nel parco (nel capanno in caso di maltempo)

ore 15: introduzione e meditazione di mons. Gabriele Mana, vescovo emerito di Biella

ore 16: tempo personale con traccia per la riflessione

ore 17,45: breve momento di condivisione e celebrazione dei Primi Vespri della Domenica

ore 19,30: cena insieme e a seguire serata in compagnia

DOMENICA

ore 9: ritrovo con la celebrazione delle Lodi mattutine

ore 9,30: inizio dei lavori a gruppi per l’ascolto e il confronto

ore 11,15: Santa Messa nel parco (saranno sospese le Ss. Messe nelle parrocchie)

ore 12,30: pranzo insieme

ore 14,30: consegna dei lavori di gruppo e considerazioni conclusive

ore 16,30: celebrazione dei Secondi Vespri della Domenica e conclusione.

 

Vengo ora a ciò che più conta: la giornata è rivolta a tutti gli operatori nei diversi settori della pastorale parrocchiale con un serio invito alla partecipazione perché l’obiettivo è che tutti cerchiamo di metterci in ascolto e di ascoltarci tra noi, dai responsabili della pastorale battesimale a quella degli anziani, dai cori ai volontari delle pulizie della Chiesa, dagli animatori dei gruppi giovani alle famiglie, dai Consigli pastorali ai membri dei Consigli per gli affari economici, catechisti e catechiste, gruppi Caritas, lettori, ministri straordinari dell’Eucaristia, ecc…tutti coloro che nelle nostre parrocchie svolgono un servizio di qualunque genere; la riuscita della giornata richiede che proprio ognuno si senta invitato e avverta la sua presenza come necessaria e non delegabile ad altri. Sappiamo bene come gli impegni siano molti, ma per questi due giorni ci viene chiesto di sentire come prioritaria la dimensione comunitaria e l’appartenenza alla Chiesa attraverso le nostre comunità.

La seconda esigenza: per quanto è possibile far di tutto perché la partecipazione sia a tutto il programma perché sarà importante tanto la meditazione di mons. Mana, il tempo personale di preghiera e riflessione e la condivisione dei gruppi, quanto il mangiare insieme, i momenti di break, e i tempi serali di festa e di condivisione. Lo scopo non è tanto progettare o verificare, quanto piuttosto vivere un tempo insieme di ascolto. E’sempre difficile trovare tempi comuni che vadano bene a tutti, per questo abbiamo pensato a un momento a conclusione delle diverse attività e sulla soglia della pausa estiva.

Invitiamoci reciprocamente, stimoliamoci e facciamo un passa-parola perché davvero tutti siano invitati a questo momento.

Per ragioni di organizzazione dei momenti comuni vi invitiamo a dare un cenno della propria presenza per la cena del sabato e il pranzo della domenica con un messaggio da inviare via whatsapp a uno dei seguenti numeri tra lunedì 6 e mercoledì 8 giugno:

Giuse Petiti: 3483472783

Cristina Pellissetto: 3387925265

Suor Franceschina Milanesio: 3661048692.

Nelle Ss. Messe del mese di maggio e in particolare nel pellegrinaggio mariano di domenica 1, siamo invitati a pregare perché lo sguardo materno di Maria ci aiuti a fare di questo momento di giugno un nuovo cenacolo «erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui» (At 1, 14).

 

Con viva speranza e fraternamente,

don Giovanni e la Commissione preparatoria

Carmagnola, 25 aprile 2022

festa di San Marco evangelista

Nel Cuore di Maria – 5 secoli di devozione

Al via questa sera, 25 marzo 2022 le celebrazioni a Carmagnola per il 500° anniversario del Voto all’Immacolata Concezione Vergine Maria, Patrona della Città.

25 marzo 2022
Chiesa della Collegiata

– ore 18:00 – Santa Messa a due anni dal Voto del 25 marzo 2020, richiesto per ricevere protezione dalla pandemia del Covid 19, presieduta da S. E. Mons. Pier Giorgio Micchiardi, Vescovo emerito di Acqui Terme.

– ore 21:00 – Conferenza storico-religiosa “1522 – 2022 • Il Voto: Storia e Spiritualità”

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“Nel Cuore di Maria – 5 secoli di devozione” è il titolo di una serie di eventi che si svolgeranno tra il 25 marzo e l’8 dicembre 2022 per celebrare a Carmagnola il 500° anniversario del primo Voto che la comunità cittadina espresse all’Immacolata Concezione Vergine Maria, Patrona della Città.

Le iniziative sono a cura di un comitato composto da referenti delle Parrocchie di Carmagnola che compongono l’Unità Pastorale 53 e da referenti di realtà locali, del Comune di Carmagnola e della Pro Loco, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte e della BCC di Casalgrasso e Sant’Albaro Stura.

Si comincia il 25 marzo nella Chiesa della Collegiata con la Santa Messa alle ore 18:00 e con la conferenza storico-religiosa intitolata “1522 – 2022 • Il Voto: Storia e Spiritualità” alle ore 21:00.

Nella conferenza verrà analizzato il periodo storico dell’Italia nord-occidentale nei primi del 500, gli aspetti sociali e sanitari legati alla peste, in particolare la presentazione del Voto fatto all’Immacolata nel 1522, con interventi da parte del Geometra Mario Cordero, del Dott. Nicola Ghietti, del Dott. Giancarlo Amedei e della Dott.ssa Ilaria Curletti. A seguire si svolgerà un momento di riflessione sul significato religioso del Voto da parte di Don Francesco Saverio Venuto, docente della Facoltà di Teologia di Torino.

A maggio si svolgerà il Pellegrinaggio Mariano della statua dell’Immacolata nelle parrocchie dei borghi carmagnolesi e si concluderà con la Santa Messa in Piazza Sant’Agostino nell’ultimo giorno del mese presieduta da S. E. Mons. Gabriele Mana, Vescovo emerito di Biella.
Le celebrazioni proseguiranno sino a dicembre con numerose iniziative di carattere culturale, religioso e sociale.

RACCOLTA FONDI PER ALLESTIMENTO AMBULANZA CROCE ROSSA

Durante le manifestazioni viene promossa una raccolta fondi per l’allestimento interno di una ambulanza che la Croce Rossa Italiana delegazione di Carmagnola ha ricevuto in dono.
In questo modo la celebrazione dell’anniversario non si limita ad una semplice ricorrenza storica ma rinnova i valori di impegno solidaristico e spirituale dei carmagnolesi..
L’obbiettivo è quello di raggiungere l’importo di circa 25/27.000,00, confidando nella generosità di tutti i carmagnolesi che con un piccolo gesto possono aiutare ad aiutare.

Chiunque voglia elargire una donazione può farlo tramite bonifico bancario:

– alla Fondazione di Comunità di Carmagnola > Banca Intesa Sanpaolo – IBAN IT26A0306909606100000111811

– alla Croce Rossa di Carmagnola > Banca Sella – IBAN IT51S0326830260052296808640

Primo incontro quaresimale con catechesi della prof.ssa Maria Rita Marenco

Prima meditazione

Nicodemo incontra Gesù

Gv 2,23-25

23Mentre Gesù era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. 24Gesù però non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 

Gv 3,1-8

1Vi era però un uomo, tra i farisei, chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non viene generato dall’alto, non può vedere il regno di Dio». 4Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo essere generato quando è vecchio? Non può certo entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e essere partorito». 5Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non viene generato da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è generato dalla carne è carne e quel che è generato dallo Spirito è Spirito. 7Non ti meravigliare perché ti ho detto: bisogna che voi siate generati dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?»

Il brano è introdotto dalla precisazione che Gesù si trovava a Gerusalemme durante la festa di Pasqua, e molti hanno creduto in Gesù avendo visto i segni che compiva.

L’evangelista Gv richiama la nostra attenzione sui “segni” compiuti da Gesù, sul fatto che molti hanno creduto perché hanno visto i segni (miracoli) che Gesù compiva.

Dunque Gv ci pone di fronte a un credere scaturito dai segni di Gesù: hanno creduto perché hanno visto.

 

  • La prima tappa del nostro cammino, comincia da qui.

Gv ci rimanda a noi stessi, alla nostra fede:

qual è il nostro credere?

La nostra fede si fonda su segni?

Abbiamo una fede che ha bisogno di vedere o di fare? per toccare con mano, come se volessimo dimostrare a noi stessi che crediamo perché facciamo qualcosa per gli altri, per la Chiesa?

Ed allora Gv ci manda alla radice del nostro ‘credere’.

Vi possono essere delle buone esperienze, ma esse non sono sufficienti a coltivare una fede matura che sia in grado di “donare”. Perché noi siamo e viviamo della fede che abbiamo nel cuore.

Infatti il testo dice che Gesù non credeva loro.

Anche la fede di Nicodemo parte dai segni, ma scopre che non gli basta.

Infatti va «di notte» a cercare Gesù.

«Di notte»: è qui che vagliamo la nostra fede.

La notte è simbolica:

la notte rappresenta il buio delle nostre fatiche, delle nostre ferite, il buio nelle nostre sofferenze, e i «segni» di una fede che vuole toccare con mano, che si poggia sul sentire, sul vedere non regge il buio.

La notte è la prova a noi stessi della solidità della nostra fede. È la prova della radice che la fonda.

È la prova di come noi ci poniamo in relazione con Dio, perché è da questa relazione che noi diventiamo capaci di donare il Bene, altrimenti doniamo la nostra povertà.

I segni della presenza di Dio nella nostra vita personale, ci sono, ma non sono così immediatamente visibili se non abbiamo acquistato uno sguardo “contemplativo”, vale a dire uno sguardo che deriva dalla confidenza con Dio, frutto di una perdurante e solida relazione con Lui.

I segni della Presenza di Dio nella mia vita, sono segni che mi rivelano la sua Presenza nelle scelte che mi ha aiutato a compiere, nelle svolte che mi ha indotto a fare, nelle sofferenze che mi ha aiutato a sostenere….

Ed anche i segni della presenza di Dio in chi incontriamo, nei fratelli che ci passano accanto, in chi ha bisogno, necessitano di quello sguardo che ha confidenza con Dio, non emergono, non sono eclatanti. Rischiamo che la sua Presenza in loro, ci passi accanto; ci siamo, facciamo, operiamo, ma non la scorgiamo.

La scopro, nella mia vita e in coloro che avvicino e di cui mi prendo cura, se vivo una fede “coltivata” che mi genera quello sguardo.

Infatti, Gesù, ancora prima che Nicodemo gli rivolga una domanda, sposta la prospettiva di Nicodemo: dai segni ad “oltre” i segni.

 

  • Gesù dice a Nicodemo: «In verità, in verità ti dico, se uno non viene generato dall’alto, non può vedere il regno di Dio»

 

Qui emergono due temi – chiave:       A. essere generati

  1. vedere il Regno di Dio
  2. «viene generato». Nel brano si ripete otto volte «essere generati» “da”.

Il verbo al passivo mi richiama al fatto che sono generato da Qualcuno; che c’è Qualcuno che mi dà la vita, e non soltanto la vita fisica, anche la vita spirituale.

(non sono io che mi genero, richiama invece colui che dà la vita, richiama che non sono io che mi alimento)

*Nicodemo resta sul suo punto di vista che lo porta all’equivoco:

«Come può un uomo essere generato quando è vecchio? Non può certo entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e essere partorito»

L’equivoco di Nicodemo è un po’ anche il nostro: come è possibile «essere generati di nuovo»?

Ormai, siamo battezzati, siamo praticanti, facciamo tante cose per la Chiesa. Non è sufficiente?

* Ma Gesù precisa: essere generati «dall’alto, dallo Spirito».

E in più Gesù non si riferisce ad una volta sola, che potrebbe appunto far pensare al nostro battesimo. Certamente, ma non soltanto. Gesù fa un discorso che non è rivolto al passato, ma al presente., è di attualità.

È necessaria un’azione continua dello Spirito del Cristo risorto, per scoprire la presenza di Dio, viva nella nostra vita, per esercitare una fede matura, consapevole.

Per mettere la nostra fede al servizio del prossimo.

Lo Spirito Santo, che è l’Amore di Dio, la fecondità di Dio, la creatività di Dio, è una presenza che agisce con forza dentro di me, che mi sostiene, che mi reca la luce della verità.

È lo Spirito di Testimone, il Paklito, presente in me. È come l’acqua che penetra la terra arida e mi feconda.

È necessaria la sua azione per imparare a sentire e vedere Dio nelle creature, perché in tutto è Dio che ci tocca, ci avvicina.

Ed è su questa Presenza che dobbiamo interrogarci. Qui sta il vero problema della fede.

È su come coltivare questa Presenza, che ci dobbiamo interrogare.

Perché in Lui, noi siamo, ci muoviamo, respiriamo, ma non vediamo, eppure noi viviamo di quella Presenza.

La sua Presenza non è in segni eclatanti, ma è nel segreto della mia stanza, vale a dire del mio cuore.

È il mio rapporto con lui, che determina il mio rapporto con le cose da fare, col lavoro da compiere, col bene da svolgere, con la vita di ogni giorno.

Perché non è con la ragione che potrò accompagnare, ascoltare, sostenere una profonda sofferenza, stare vicino ad uno “scarto della società”, o accogliere… là dove non si comprende, ma bisogna amare.

Tema centrale del brano è allora la fonte della vita cristiana.

Perché lo Spirito di Cristo risorto è la fonte.

* Ed allora cosa vuol dire «essere generati dall’alto»?

Gesù precisa ancora: «Quel che è generato dalla carne è carne e quel che è generato dallo Spirito è Spirito»

Gesù parla di una dimensione spirituale: chi «è generato dalla carne», non soltanto significa chi si definisce in base ai criteri di questo mondo, comprende se stesso dal loro punto di vista.

Ma anche si riferisce alla prospettiva molto umana che noi possiamo comprendere nel brano del Vangelo di Lc riferito a Marte e Maria (Lc 10,38).

Non la Legge, rappresentata qui da Nicodemo maestro e capo dei Giudei, non la sola osservanza delle pratiche religiose. Queste mi permettono di coltivare le virtù, ma non sono la fonte della mia vita in Cristo.

Ma chi è nato dallo Spirito riconosce la sua origine in Dio e a quella si deve rifare, perché si riconosce a partire dall’essere figlio di Dio. 

Dunque è l’azione dello Spirito di Dio che ci aiuta a vivere da “figli” di Dio.

È l’azione dello Spirito del Cristo risorto che opera in noi. È l’Amore di Dio, la fecondità di Dio che mi visita.

È una Presenza che mi abita, che agisce con forza e dolcezza.

È lo Spirito di Testimone presente in noi, che muove.

Gesù conduce Nicodemo oltre la Legge, e noi alla sorgente della vita: al dono di un cuore nuovo e di uno spirito nuovo.

Dio, il suo Spirito, è la fonte di tutti i doni possibili:

ho con lui il dono della vita, ho il dono della verità, ho il dono dell’amore, ho il dono della casa, di sentirmi a casa insieme con lui ovunque mi trovo, ho il dono di una intimità con lui, come Presenza, come Comunione, come Assieme. Con lui ho il dono di crescere spiritualmente.

  1. vedere il Regno di Dio

Gesù precisa a Nicodemo: «se uno non viene generato dall’alto, non può vedere il regno di Dio».

Cosa vuol dire? 

Ciascuno di noi ha in sé la vita divina, una realtà divina, e ciascuno ha la sua origine e la sua vocazione nel progetto che Dio creatore ha su di lui. Da questo dono scaturisce anche la “vocazione” di ciascuno, che è chiamato a rispondere alla relazione col suo Creatore, ed è chiamato a essere consapevole di essere fatto per la vita in Dio.

Da qui, un’apertura sull’eternità.

Dunque: generati dallo Spirito, entreremo un giorno nel Regno di Dio.

Ma qui e ora dobbiamo lavorare nella sua “vigna”.

E questo significa far crescere qui e ora il seme del Regno di Dio.

Il cammino che dobbiamo compiere qui e ora nella nostra vita, per renderla il più possibile somigliante al disegno che abbiamo in noi di Regno di Dio, ci rivelerà il volto vero della nostra fede. Perché la nostra vita è l’attuazione di ciò che abbiamo nel cuore, di ciò che crediamo e dell’amore di Dio che abbiamo scoperto in noi. 

Se noi ci alimentiamo di quella vita divina, saremo capaci di far vivere qui ora sulla terra, e intorno a noi quel bene che abbiamo dentro, quel Bene che coltiviamo in un’unione con Dio. Diventiamo capaci di riprodurre quell’immagine di Bene che ci sentiamo dentro. Questa sarà la prova del nostro rapporto con Dio.

Nella nostra vita, il frutto di ogni desiderio di bene, il valore di ogni sacrificio, il confermarsi di ogni atto di amore, fanno crescere il seme del Regno di Dio in noi e attorno a noi.

Lettera di don Giovanni per la Settimana Santa

Cari amici di San Bernardo, San Giovanni e San Michele,

a passi svelti ci avviciniamo alla Pasqua che sarà segnata anche quest’anno da una limitazione nei nostri spostamenti e nelle possibilità di movimento. Anche io, come ognuno di voi, mi ritrovo a dover riorganizzare tempi e spazi con tanti cambi di programma all’ultimo, e il contatto con molte famiglie che da vicino sono toccate dalla pandemia in modi diversi mi fa avvertire tutta la fatica e la sofferenza, non solo fisiche, che in questo momento attraversiamo. Come cristiano con voi e come vostro pastore sento allo stesso tempo il desiderio di invitare ognuno di voi, come personalmente a tu per tu, a non permettere al tempo che passa in questa lunga attesa di lasciarci vivere ma di vivere il tempo uniti al Signore, e dare così un significato anche alla fatica e al dolore. Sì, è possibile!

Pur essendo limitati maggiormente negli spostamenti e nella attività, essendo in zona rossa, possiamo però proporci di vivere il tempo della Quaresima che resta e la preparazione alla Settimana Santa che ancora una volta ci farà puntare lo sguardo su Gesù che con noi e come noi attraversa le passioni di ogni uomo e di ogni storia personale.

Desidererei che ci ricordassimo che al cuore dell’esperienza personale di fede e del nostro sentirci Chiesa dentro una comunità concreta, c’è anzitutto la celebrazione della Santa Messa domenicale: questa resta il ritrovo più grande – permesso anche in zona rossa – per sentire che in Gesù i nostri legami sono forti e veri, più forti che attraverso video chiamate o gruppi on line, perché dove c’è Dio e le nostre voci si uniscono nell’adorazione e nel ringraziamento, c’è anche il vero incontro tra persona e persona.

Due Settimane ci stanno davanti con alcuni appuntamenti che ci aiutano a vivere più intensamente la Pasqua. Essenziale non è tanto cercare l’originalità o il gusto personale, ma accostarci a Dio che ci vuole parlare e incontrare sicuramente e soprattutto dentro questi momenti che ci vengono offerti: non è infatti tanto la nostra ricerca o lo stimolo del momento a guidarci nel cammino di conversione, ma l’azione dello Spirito Santo nelle nostre anime e la potenza della sua presenza. Dare a Dio un po’ del nostro tempo è già in sé un movimento carico di frutti per noi e quindi per gli altri. Vorrei così richiamare l’attenzione su due suggerimenti per vivere con frutto l’avvicinarsi della Pasqua.

Anzitutto la proposta della Settimana degli Esercizi spirituali da lunedì 21 a venerdì 26 marzo e le celebrazioni della Settimana Santa: purtroppo anche quest’anno le limitazioni imposte in zona rossa ci impediscono di vivere gli esercizi in presenza e dobbiamo tornare alla modalità streaming. Questo sacrificio possiamo trasformarlo in occasione per viverli in una dimensione “familiare”, coinvolgendo magari qualcuno in più in casa, curando il luogo e la modalità per seguire la meditazione (forse non conviene sul divano come per guardare la TV), e prendendo qualche ritaglio di tempo per dare più tempo per la preghiera, magari passando in Chiesa e fermandoci davanti a Gesù nel Tabernacolo. Data la modalità, gli esercizi coinvolgeranno, con appuntamenti diversi, gli adulti e i giovani, mentre per bambini e ragazzi proponiamo alcuni momenti in presenza durante la Settimana Santa.

E poi l’impegno a vivere gli appuntamenti della Settimana Santa in presenza: dalla domenica delle Palme, ai giorni del Triduo Santo, con gli orari che nei prossimi giorni saranno pubblicati.

Il secondo suggerimento è di vivere ciascuno personalmente il Sacramento della Confessione, e faccio mie le parole dell’Apostolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio!» (2 Cor  5, 20) : l’incontro con l’abbraccio misericordioso del Padre è ciò che davvero ci rende nuovi, ci libera dal peso della colpa e ci restituisce un cuore più grande per amare. Per favorire questo già a partire dal sabato della Vigilia delle Palme verranno offerti molti orari di disponibilità per questo Sacramento, fino al Sabato Santo incluso; questo è il vero cuore della preparazione alla Pasqua e il vero passaggio dalla vita vecchia a quella nuova, e se ci sembra poca cosa guardiamo Cristo Crocifisso che ripete a ognuno di noi: «Ti ho amato e ho dato me stesso per te» (cf. Gal 2, 20).

Con la mia preghiera e il mio affetto vi accompagno perché questi giorni siano un dono speciale di Dio per ognuno di voi.

don Giovanni

Carmagnola, 19 marzo 2021, festa di San Giuseppe